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Faib su illegalità contrattuale: contratti capestro di fronte all’obbligo di aggiornare il cartello dei prezzi medi, ogni giorno dell’anno

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Faib su illegalità contrattuale. Ogni medaglia ha il suo rovescio. Così i furbetti del quartierino che si sottraggono alla legislazione di settore ricorrendo a contratti capestro per affidare la gestione degli impianti carburanti si ritrovano sulle spalle l’obbligo di esporre e aggiornare il cartello del prezzo medio regionale.

Infatti, relativamente al cartello dei prezzi medi regionali, gli impianti completamente automatizzati, senza servizio, esclusi dalla disciplina regionale dei turni e orari di esercizio, hanno l’obbligo di aggiornare il nuovo cartello tutti i giorni dell’anno, senza eccezione. Questi impianti, gestiti direttamente dai titolari o da società di diretta emanazione degli stessi, poi surrettiziamente affidati a figure di prestatori d’opera, appaltanti, presidianti o di guardiania, ovvero di fatto a para-gestori senza diritti e senza il giusto compenso, di fatti in frode alla legge, stanno cercando di riposizionarsi rispetto al nuovo obbligo

Tale legislazione, come è noto, impone che gli impianti di erogazione di carburante siano affidati alla figura, tipizzata dalla legge di settore, rappresentata dal gestore sulla base di due distinti contratti, uno di comodato gratuito dell’impianto e l’altro di fornitura di carburante le cui condizioni economiche devono essere stabilite in un Accordo aziendale con le Associazioni nazionali dei gestori, oltre che del contratto di commissione tipizzato ai sensi della legge 27/2012

Adesso i proprietari degli impianti, sia le Compagnie petrolifere che i privati retisti, che hanno aggirato la legislazione vigente nominando gestore una propria società controllata che poi dà l’incarico materiale di presidiare l’impianto ad appaltisti e figure affini in sostituzione del vero gestore previsto dalla Legge si sono trovate nei guai perché le società controllate a cui hanno conferito l’incarico di gestore formale devono provvedere all’adempimento relativo all’esposizione nell’impianto del cartello del prezzo medio regionale.

Per questo motivo le Compagnie petrolifere in queste ore si stanno ingegnando per sottrarre le proprie controllate e cioè loro stesse all’obbligo di esposizione del cartello del prezzo medio regionale e stanno procedendo a imporre modifiche unilaterali di questi contratti di affidamento capestro e in frode alla legge ai vari appaltisti, presidianti, sentinelle etc. qual dir si voglia.

In pratica i titolari stanno cercando di ribaltare l’onere dell’esposizione del prezzo medio regionale su appaltanti o presidianti, o altra figura, anche nei giorni festivi: ovvero in tutti i giorni dell’anno imponendo con la formula del prendere o lasciare, una modifica unilaterale di questi contratti che esaltano oltremodo l’illiceità e configurando un ulteriore abuso di dipendenza economica, dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che si tratta di contratti capestro e fuori dalla legislazione speciale di settore.

Infatti, va precisato che i gestori di questi impianti completamente self, sotto il profilo giuridico, sono a tutti gli effetti i titolari o le società di diretta emanazione dei soggetti proprietari dell’impianto, che rispondono agli obblighi del legittimo gestore disciplinato dalle leggi di settore, compreso quello di aggiornare il prezzo medio, pena sanzioni se non rispettano la norma.

Ebbene da quanto ci risulta i titolari direttamente o attraverso le società di diretta emanazione stanno imponendo una modifica ai contratti di affidamento/appalto o di altra natura, obbligando il soggetto contraente a svolgere anche questo adempimento legale tutti i giorni dell’anno e a soggiacere alle sanzioni previste in caso di mancato rispetto dello stesso.

L’invito che rivolgiamo a tutti i soggetti irregolarmente contrattualizzati è quello di non accettare e/o respingere queste modifiche, invitandoli a rivolgersi alla nostra Federazione per impugnare non solo il nuovo onere proposto, ma direttamente, la natura dei propri contratti, ricordando che si configurano come aggiramento della norma e perciò illegali in quanto mascherano un rapporto di gestione di impianti di erogazione di carburanti che deve essere articolato per legge come detto, su due contratti, di comodato gratuito dell’impianto e di fornitura di carburante o di commissione, con condizioni economiche stabilite in un Accordo aziendale con le Associazioni nazionali dei gestori ovvero, altrimenti, in un rapporto di lavoro subordinato, con la Società proprietaria dell’impianto.

Il Governo, che si appresta a presentare una proposta di riordino del settore carburanti e sta affrontando una battaglia per la contrattazione in tutti i settori per sconfiggere il lavoro povero, annoti con la maiuscola il settore carburanti sul quale intervenire, come segnalato da tutte le Associazioni dei gestori, per imporre per legge- al di là delle formule contrattuali- la contrattazione, con tanto di apparato sanzionatorio in caso di aggiramento o di omissione dell’obbligo, tanto per parlare di remunerazione minima.

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