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Confesercenti Grosseto, il sondaggio tra commercianti e ristoratori

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Il Direttore Biondi: “Lo sviluppo turistico del territorio deve rimanere il principale obiettivo nelle agende politiche degli enti locali”

Scarsa fiducia nelle politiche degli enti locali a favore dell’intero comparto del commercio. È uno dei dati che emerge dal sondaggio on line proposto da Confesercenti Grosseto agli operatori, soci e non, tra negozi di vicinato, pubblici esercizi e ristorazione.

Il sondaggio è stato attivo per una decina di giorni. Il 46% delle risposte è arrivato da operatori del commercio di vicinato, il 30% da pubblici esercizi (bar e pub) ed il restante 24% dal mondo della ristorazione.

Le risposte non si discostano molto tra i diversi territori della provincia, fra nord e sud, fra costa ed aree interne della Maremma. Le difficoltà dichiarate nel fare commercio in Maremma, secondo il campione intervistato dipendono da un flusso turistico concentrato in poche settimane estive, e la crescita dei costi da sostenere in termini di acquisti in aggiunta alla ormai consolidata crescita dei costi energetici.

Differenti invece i livelli di fiducia nei confronti dei consumi dei residenti e dei non residenti: i pubblici esercizi sono nettamente fiduciosi rispetto ai consumi interni, a differenza del minore livello di ottimismo del piccolo commercio e mondo della ristorazione. I titolari di negozi di vicinato della Maremma hanno anche minor fiducia sui consumi della popolazione non residente, a differenza di bar, pub e ristoranti, imputando il tutto ai costi troppo alti che ricadono sui turisti per soggiornare, limitando la loro possibilità di spesa sul territorio.

Quello che accomuna gli operatori commerciali è la nulla o scarsa fiducia nei confronti delle politiche degli enti locali a favore dell’intero comparto del commercio, con uno schiacciante 80% rispetto al solo 20% degli esercenti che ha dichiarato di averne buona o molta. Agli enti locali viene chiesto principalmente di organizzare attività capaci di attirare visitatori esterni (62%) rispetto ad un’animazione continuativa in collaborazione con le associazioni locali (24%), ed il restante 14% degli intervistati elenca invece ricette sempre volte ad una maggiore promozione del territorio anche per allungare la stagione e sostenere i consumi attraverso i non residenti.

“Il piccolo commercio è chiaramente la categoria che mostra le maggiori fragilità e livelli di fiducia minori rispetto ai consumi locali e provenienti dal flusso turistico – afferma il direttore Confesercenti Andrea Biondi -. Occorre avviare un percorso di valorizzazione ed innovazione dei centri commerciali naturali delle nostre città e paesi maremmani. L’aumento delle utenze continua ad incidere sui bilanci delle imprese, per questo occorre agevolare lo sviluppo delle comunità energetiche e i gruppi di acquisto che possano mitigare le speculazioni del mercato energetico”.

“La necessità di politiche efficaci per lo sviluppo turistico del territorio deve rimanere il principale obiettivo nelle agende politiche degli enti locali, al quale destinare le risorse provenienti dall’imposta di soggiorno, ma tale azione deve essere condotta a livello sovracomunale come destinazione unica Maremma Toscana, attraverso i seppur ‘zoppicanti’ ambiti turistici, e la sinergia con operatori ed attori turistici locali e del commercio, con il ruolo determinante della rete delle associazioni di categoria” conclude Biondi.

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